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Corruzione percepita: Italia ancora fanalino di coda d’Europa

Diffuso il 27 gennaio scorso da Transparency International, l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2015 vede l’Italia ancora in fondo alla classifica europea, ma ci sono lievi segnali di cambiamento

Giunto alla ventunesima edizione, l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2015 vede l’Italia collocarsi al 61° posto con 44 punti, scalando il ranking mondiale di 8 posizioni rispetto al 2014 (69). Tuttavia, nonostante il leggero miglioramento a livello globale, il nostro Paese rimane penultimo tra i 28 Stati membri dell’Unione Europea, seguito solo dalla Bulgaria (69) e sorpassato da Romania e Grecia (58).

All’interno dello scenario mondiale spicca particolarmente il crollo del Brasile che, fortemente penalizzato dallo scandalo Petrobras, ha perso 5 punti scendendo dalla 69° alla 76° posizione. In fondo alla classifica la situazione rimane pressoché invariata, con la Somalia e la Corea del Nord che si confermano come i due Paesi più corrotti (8), mentre tra i campioni di trasparenza restano anche quest’anno la Danimarca (91), la Finlandia (90) e la Svezia (89).

Virginio Carnevali, presidente di Transparency Italia, nota però dei segnali di cambiamento per il nostro Paese e commenta così i risultati del CPI 2015: “Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni”.

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