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Michelangelo Pistoletto: l'arte che si apre al mondo

Evolversi verso una dimensione etica, portare libertà e responsabilità tra la gente, spingere verso la democrazia: la missione dell’arte secondo Michelangelo Pistoletto, in un appello appassionato all’utilizzo dell’arte come canale di partecipazione collettiva

«La missione dell'artista, oggi, è quella di mettere l'estetica in connessione con l'etica, la forma con il contenuto. Abbiamo avuto una grande rivoluzione estetica nel Novecento. Adesso bisogna passare all'evoluzione etica. Questo vuol dire che l'arte non è più chiusa in se stessa, ma si apre al mondo, portando con sé la libertà che ha acquisito unita a una nuova dimensione, che è quella della responsabilità».

Intervistato in occasione dell’evento Arte x Vino = Acqua, Michelangelo Pistoletto, uno dei protagonisti induscussi del panorama artistico italiano, ha spiegato il senso e i presupposti di quella che lui stesso definisce “un'autorità nuova e una responsabilità nuova”, che derivano direttamente dalla capacità inedita dell'arte contempoeranea di lavorare non più soltanto sugli oggetti concreti, ma anche su quella materia delicatissima che è la società.

Nella società l’arte, finalmente libera dai poteri del passato, incontra le persone e il loro desiderio di partecipazione attiva, diventando a sua volta motore di libertà, responsabilità, democrazia. Insieme a questa rinnovata missione sociale, Pistoletto riconosce quindi all'artista un ben preciso ruolo: quello di ridefinire il mondo e, insieme a esso, le forme del vivere comune.

Anche grazie a questa attenzione alla dimensione etica e sociale Pistoletto è attualmente l'unico italiano incluso nel prestigioso  Comitato Culturale del progetto “A New Narrative for Europe”, insieme ad altre personalità di alto profilo come l'architetto Rem Koolhaas e il direttore dell'Edinburgh Festival Jonathan Mills.

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