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Cittadini e istituzioni: la ricetta di Ben Hammersley

Dai proclami al confronto, dai discorsi al dialogo, dall'informazione unidirezionale alla comunicazione interattiva: è il passo, necessario e inderogabile, che le Istituzioni d’Europa devono compiere, pena la loro stessa sopravvivenza. Parola di Ben Hammersley

«Molte Istituzioni credono ancora che fare comunicazione significhi semplicemente fare un bel discorso o mettere a punto una buona rassegna stampa, mentre tutti ormai si rendono conto che Internet e la tecnologia digitale permettono una comunicazione a due direzioni: oggi non solo ci si parla l’uno l’altro, ma soprattutto ci si ascolta»: così Ben Hammersley, giornalista e teorico degli effetti culturali e sociali di Internet, noto anche per aver coniato il termine “podcasting”, critica la comunicazione delle Istituzioni in Europa.

Intervistato in occasione del summit ICS Local tenutosi lo scorso 28 novembre a Milano, Ben Hammersley sottolinea l'enorme distanza che a suo avviso separa l'approccio comunicativo delle Istituzioni, ancora chiuso e unidirezionale, dalla realtà assai più interattiva degli ultimi dieci anni, in cui i cittadini hanno imparato ad esprimere la loro opinione su tutto (dalla musica ai ristoranti alle compagnie aeree) e hanno imparato che la propria voce ha un valore incredibilmente importante per gli altri.

«Le Istituzioni – osserva infatti Hammersley – contrastano questa progressiva ridefinizione degli equilibri di potere in favore dei cittadini. Questo crea un'alta tensione tra modus operandi istituzionale ed aspettative della cittadinanza». È da questa tensione che secondo Hammersley si sono generati fenomeni quali il “Movimento 5 Stelle” in Europa e il movimento Occupy a livello globale.

Secondo Hammersley, il ruolo dei cittadini è così importante per le società contemporanee che solo le Istituzioni che sapranno coinvolgerli nella gestione della “cosa pubblica” potranno sopravvivere: «Assistiamo ad un'evoluzione in positivo di alcune Istituzioni sagge e lungimiranti che assecondano il cambiamento. Quelle che invece cercano di respingerlo, sono condannate al declino». 

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